“Donare, gesto di solidarietà umana e medicina preventiva”

avisL’Italia non ha ancora raggiunto l’autosufficienza soprattutto per quanto riguarda gli emoderivati (prodotti del sangue intero) e la dipendenza dall’estero comporta maggiori rischi, oltre ad una ele- vata spesa per la Sanità pubblica.
Oggi, in Italia, circa un milione e trecentomila donatori periodici (in gran parte soci AVIS) confermano una scelta civile importante non solo per gli altri, ma anche per se stessi. L’Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS), diffusa su tutto il territorio nazionale, non ha fini di lucro, è apartitica, aconfessionale e non ammette discriminazioni di alcun genere. In oltre 80 anni di attività ha contribuito alla crescita della cultura della donazione divenendo una realtà decisiva del volontariato del sangue, un punto di riferimento organizzativo per il sistema trasfusionale e una componente attiva del volontariato socio-sanitario a livello nazionale. La consapevolezza della necessità quotidiana di sangue ed una crescente partecipazione del donatore alla vita associativa, permetteranno all’AVIS di sviluppare la sua attività e migliorare il servizio trasfusionale. Il sangue umano è un “prodotto” naturale, non riproducibile artificialmente e indispensabile alla vita. Inoltre, come tutti sappiamo, di sangue c’è sempre bisogno. Donare sangue volontariamente e consapevolmente è una scelta importante, un gesto di solidarietà e di civiltà. È indispensabile che sempre più persone siano disposte a donare il proprio sangue, per assicurarne la disponibilità geografica e temporale. Il dono volontario e gratuito è un presupposto fondamentale per garantire la qualità del sangue raccolto: infatti i donatori periodici, controllati costantemente, rappresentano una fonte sicura. I fondamenti di questo patto sono, da un lato, la responsabilità del donatore a garantire il proprio stile di vita e la propria storia clinica e, dall’altro, la professionalità del medico addetto alla raccolta nel tutelarne la salute; la sicurezza che ne deriva per il ricevente è un patrimonio di cui il donatore stesso può trovarsi a beneficiare, in un diverso momento della vita. Donare regolarmente il sangue garantisce al donatore un controllo costante del proprio stato di salute. Attraverso le visite mediche e gli accurati esami di laboratorio – eseguiti ad ogni prelievo – il donatore si sente rassicurato, perché sa che una buona diagnosi precoce gli eviterà eventuali problemi. La consapevolezza della scelta di donare, e il rigore applicato nella selezione dei donatori e durante la normale attività donativa, sono gli elementi essenziali che, nel nostro Paese, fanno del sangue un “prodotto” sicuro, garantito e di qualità. La disponibilità di sangue, per uso terapeutico, è un patrimonio collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno. Per diventare donatori di sangue occorre essere in buo- na salute, avere compiuto 18 anni, pesare almeno 50 Kg e non avere sofferto di malattie importanti (quali ad esempio affezioni cardiovascolari, ulcera gastroduode- nale, ecc.). In ogni caso il colloquio con il medico ed appositi esami di laboratorio verificheranno l’idoneità alla donazione; fermo restando l’aiuto del medico addetto alla raccolta – che è obbligato al segreto professionale – per chiarire e valutare le specifiche situazioni, è doveroso autoescludersi per chi abbia nella storia personale:
Assunzioni di droghe;
Rapporti sessuali occasionali o con persone conosciute da meno di 6 mesi;
Epatiti ed ittero;
Malattie veneree;
Positività per il test della sifilide;
Positività per il test AIDS;
Positività per il test dell’Epatite B e C;
Rapporti sessuali con persone nelle condizioni incluse nell’elenco.
L’intervallo minimo di legge fra una donazione e la successiva (90 giorni) può essere prolungato dal medico responsabile addetto alla raccolta in relazione alle condizioni individuali. Maggiori attenzioni sono riservate alle donne: le caratteristiche del corpo femminile impongono alcuni accorgimenti. Infatti durante l’età fertile le donne possono donare due volte l’anno, e non debbono farlo durante le mestruazioni, la gravidanza e per un anno dopo il parto. Da alcuni anni è possibile effettuare donazioni solo di alcune componenti del sangue: plasma e piastrine. Le caratteristiche generali di idoneità per queste pratiche sono analoghe a quelle previste per la donazione di sangue intero; il medico addetto alla raccolta potrà fornire ogni ulteriore utile dettaglio. In Italia ancora oggi, come dicevamo prima, non si è raggiunta l’autosufficienza ematica, nonostante gli sforzi fatti finora; nella Regione Lazio, in particolare, vengono importati da altre regioni circa 33.000 unità l’anno. Donare il sangue è innanzitutto un dovere civico; se sei in condizioni di farlo non aspettare: non riservare la tua solidarietà ad un evento tragico. La necessità di sangue da trasfondere è un fatto quotidiano, che diventa tragico ogni volta che il sangue manca. Quanto detto sopra giustifica l’impegno delle nostre AVIS territoriali impegnate soprattutto nella propaganda, nella chiamata del donatore e nella raccolta sangue. All’interno di tutto ciò AVIS Regionale Lazio, come struttura di coordinamento, deve necessariamente impostare un lavoro che sia di supporto alle AVIS Provinciali e, di conseguenza, a quelle territoriali. Nello specifico, in questo mandato, si è deciso che attraverso le Aree Dipartimentali possa essere dato uno sbocco alle tante attività richieste quali il coordinamento delle attività sanitarie, la formazione, l’interesse al mondo scolastico, la comunicazione, i giovani, il volontariato… È solamente un inizio ma sono convinto che, se si crede in questa progettualità e si inizia a lavorare “insieme”, i risultati man mano arriveranno. Almeno noi ci proviamo! S A tutto il cdr della rivista “AVIS a Roma” i ringraziamenti più sinceri per aver voluto, con forza, inserire nel periodico argomenti di interesse associativo più ampio.

Fulvio Vicerè (Presidente di Avis Lazio)
tratto dalla rivista AVIS Roma