Con la fine del mese di giugno è scaduto il termine ultimo per completare il percorso di accreditamento del sistema trasfusionale italiano, iniziato nel 2007 con il recepimento delle Direttive europee che fissavano standard comuni di qualità, sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue e degli emocomponenti. Ricordiamo che la scadenza, inizialmente fissata al 31 dicembre 2014, era stata prorogata di sei mesi con il decreto legge 31 dicembre 2014, n. 192 (Proroga di termini previsti da disposizioni legislative), art. 7, comma 1. Soddisfazione è stata espressa dal Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, che in una nota indirizzata ad AVIS ha sottolineato come il risultato ottenuto rappresenti «un traguardo importante per il sistema trasfusionale nazionale che, nonostante la complessità organizzativa sistema (costituito da circa 280 servizi trasfusionali e 2350 unità di raccolta) e le disomogeneità regionali registrate nelle procedure per l’autorizzazione e accreditamento, risulta essere un sistema pubblico autorizzato e accreditato in grado di garantire l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza trasfusionale, assicurando a tutti i cittadini standard di prodotto e di servizio verificati, trasparenti e di elevata qualità e sicurezza». Dello stesso avviso il Presidente di AVIS Nazionale, Vincenzo Saturni, che a margine del convegno tenutosi ieri a Roma proprio su questo tema ha commentato: «Già nel gennaio scorso avevamo chiesto con determinazione che la data del 30 giugno venisse rispettata, in considerazione del grande impegno profuso anche dal volontariato del sangue e da oltre 1.700.000 donatori, che nel nostro Paese compiono questo gesto in maniera anonima, volontaria, non retribuita, periodica e responsabile. Tale risultato è stato reso possibile, infatti, anche grazie al coinvolgimento delle associazioni di donatori, attive su tutto il territorio non solo nella promozione della donazione di sangue, ma impegnate in alcune realtà regionali anche nella raccolta di sangue ed emocomponenti in convenzione con le strutture ospedaliere pubbliche, contribuendo così al raggiungimento dell’autosufficienza a livello locale e nazionale. Anche AVIS si è attivata fin da subito per garantire la conformità delle sue unità di raccolta – e per questo ringrazio tutti i nostri dirigenti per l’enorme impegno profuso – nei tempi fissati e più volte ha ribadito l’importanza di concludere l’accreditamento entro i termini, per non ledere in alcun modo la serietà e la professionalità di tutto il sistema trasfusionale italiano riconosciute anche a livello internazionale. Nelle prossime settimane tracceremo un bilancio accurato assieme al Ministero della Salute e al Centro Nazionale Sangue, ma siamo certi che questo risultato può definirsi, senza timore di essere smentiti, epocale per il sistema sangue italiano e che il lavoro svolto in questi mesi è servito a completare con successo tutto il percorso elevandone ulteriormente la qualità ad esclusivo beneficio dei donatori e dei malati».
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(www.avis.it)